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COMUNICATO STAMPA “LE CASE DEL CUORE”
Dopo una paziente e meticolosa raccolta, la voce delle vecchie case riaffiora timida nelle pagine di questo libro documento al quale tengo molto. Ci tengo molto perché racchiude testimonianze vere e dirette, il messaggio della vita, il mio pensiero sul discorso infinito del chi siamo, su quel sottile tarlo del vivere che ha bisogno di risposte continue, di riflessioni e soliloqui. E di radici soprattutto che qui ho sentito ancora intatte, con il loro carico di emozioni e sentimenti. Le stesse che hanno mosso le persone che le hanno abitate, costrette a consumare e a guadagnare i loro giorni divise tra quei muri e la terra. A volte restavo sulla porta indeciso se chiedere permesso ancora a qualcuno, o profanare quel silenzio greve ed entrare nella penombra di tristezze e gioie che li avevano vissuto. Entrare nelle abitudini e nelle tradizioni, negli odori e nei sapori, nella sofferenza e la miseria che nei segni e da ogni parte albergava ancora. Il cigolio di un’anta, il peso del silenzio, un colpo di vento, hanno smosso e scavato ogni volta l’io spirituale, l’angoscia legata all’attimo, a una presa di coscienza muta di fronte al mistero dell’esistere, del sapere di essere figli di terra e sue prede. Ma dovevo farlo, dovevo salvare i segreti che custodivano, le ultime resistenze e i palpiti, la fierezza della vita che c’era passata dentro. Perché la morte non è mestizia di chi resta, ma memoria che parla da ogni cosa, e tocca a noi salvarla!