LA POESIA
La poesia : un dare del tu alla bellezza dello scrivere nel più sofferto e infinito ego. La confessione della sapienza in cambio di uno stato di grazia che libera dallo scafandro dei pensieri fino a farli diventare così leggeri, da riuscire a prendere il vento e poi volare. Un richiamo inestinguibile, pari a qualsiasi altra forma d'arte, verso gli altri e il mondo intero,dove le parole diventano creta dentro le mani, e lucida la ricostruzione dell'esistenza.
ACQUA DOLCE
Di gorgo in gorgo, da un'ansa all'altra
toccando sul dorso l'acqua nel cammino
come fossero carezze,
per guardarla poi sparire
nello scuro dell'abisso.
Gocce giù nel fondo
cercarsi a indovino tra pesci grossi e mulinelli
assottigliarsi ai vortici e alle bocche per poter restare
indenni e non cambiare di sapore.
Tante acque ho visto
prese nell'arsura di quel sale
finite a sbattersi in onde piatte e uguali
o sfasciarsi alla deriva testa bassa di continuo
che non si potevano fermare,
sperse nell'immensità e la prigione di quel mare.
So che la sua musica copre il lamento
di chi nella desolazione sopravvive
e credendosi acqua dolce ancora spera.
NEL TEMPO DEL FORSE
Nel tempo del forse, algida
la voce delle finestre
si spegne una ad una
nella feroce scia
di una sera dal cuore obliquo
ròsa dalla botta
di un'altra persiana chiusa.
Di sghembo, la bava di luce
agonizza sul taglio nero
dei coppi, e novembre
torna a cercare le foglie
nel buio ferme e zitte.
Muti falò giù nella valle
sputano lingue di fumo
che il cielo consuma senza risposte
come chi scappa dal mondo
per fuggire la ragna struggente
che tace e s'annida.
NUVOLE PERSE
Sotto un cielo di nuvole perse
l'alba è una madre
con braccia di colline dolci amare.
Giorno fatto di vento
che tutto sperde nell'imbuto d'orizzonte,
dove un volo urla il suo mantello d'ali
dibatte in moto quasi umano,
poi diventa gesso.... e passa.
Si finisce nelle pieghe dell'alto
dentro nubi più chiare che puntano al sole
aggrappati all'urlo del tuono
per le valli del cielo,
e tutto si fa bolla
che torna acqua
nelle mani del vento.
LE MUTE DOMANDE
Torna il tocco di bronzo
tra gli schiaffi del garbino,
garzone dai colpi precisi
nella scorciatoia di collina
all'ultima salita,
Calpesta il non sapere
oltre il taglio d'erba gialla,
l'urlo feroce
che in cima più non sode.
PREGHIERA
Non si toglie dai chiodi
con quei piedi secchi di sempre,
e mi faccio guastare mi faccio bruciare
mi faccio buttare
da infinite distanze e immutate preghiere
che riempiono mani
senza più credere.
Saprò della croce
confusa una vita,
camminando un tramonto
senza più spazio.
DELLE VOLTE MI PERDO..
Mi perdo
nella luna del mattino
e la lanugine di fumi
che le girano d'intorno.
Lo vedo sempre,
lo vedo ancora
vestito di paglia come al solito,
giù nella stoppia vuota e scura:
il tempo del grano
con la sua parola di pane
che non mi lascia andare via.
LA MONTAGNA
Lo sguardo sgombro
ai silenzi di vette
sa il duro ghiaccio eterno,
del lampo che si strugge
dove il passo smosso si ridesta
e nell'attimo che diventa pietra
montagna dentro e poi rimuore,
il doloroso passo del ritorno
ha sapore di quando ho capito
che tu madre non eri più mia,
e volevo distruggere i tuoi seni
di latte fino a vedere
quanto contavo al tuo sguardo.
Dalla montagna non voglio la neve
o l'infinita stagione,
né il senso di roccia
o il vento suo che le appartiene,
ma il timore dell'occhio
alla leggiadra stella
quella tosse che ogni notte
le si sveglia senza nessuno
che rimbocchi le coperte,
ma l'ora ferma attende
che la nebbia gonfi.
UN GESTO DEBOLE DI MANI..
Un gesto debole di mani
ho lasciato stamattina,
la gioia dei corpi spenti.
Graffia dolce il tremore
che ha morso la carne
e la vita di un amore pieno
che non si sapeva.
PRESENZE
Lasciati qui accucciata
tra il mento e il cuore
che ti conservi abbandonata
come una fragile neve
che deve tornare al cielo,
bianca di tutte le volte
e degli occhi
che tieni accesi per me,
nel gesto vuoto
geloso di questa certezza.
L'amore curva la schiena
del cuore,
scivola più dei tuoi fianchi
sul tuo corpo di pane,
e tutto ciò che mi è segreto.
GLI ANTICHI ERRORI
Labile confine terra di nessuno,
logica incompresa
degli errori antichi.
Ultima parola strappata
a rompere il mestiere di padre
tu che lo hai fatto sentire onnipotente.
Non arretra un passo la faccia
ricompone il difficile silenzio
nell'assurdità che scorre tra radice e frutto
dove il sangue è rosso e caldo uguale.
Il rumore sta chiuso
in una scatola segreta
e non so se è troppo vecchio
troppo aguzzo, o troppo solamente.
VIAGGIO
Cieli tondi e lontani,
nel gelo immoto
d'inverno e d'anime,
fitte e fredde come la neve
lasciata dietro Brisighella.
Voci dentro la stazione
inutile salvarle,
tra uno schiaffo e una carezza
il significato più non mi appartiene.
Lontano un piatto di minestra
fuma su una tavola
una goccia cade dentro il cuore
sottile onestà
che mi attraversa.
MESSAGGIO
Tutto ricomincia con l'odore della neve
volto immacolato
nella bianca stanza
dove sfrondo farfalle di pensiero
che azzurrolieve non diventa.
Enigmi d'orme fatte
in mezzo a tanta difficile dolcezza
nell'ora del sordo turbinìo
che distorge frulli di passeri
e il naso rosso dei bambini
a una felicità sospesa e rada.
Il messaggio dura
una neve solamente,
tutto torna poi alla terra,
al cielo.
L'IRRIMEDIABILE STAGIONE
Oh! l'avrò addosso più di un raffreddore
questa gente inzeppata nella vita
come in una stanza muta,
e queste mani sempre le terrò
come raccolto di una irredimibile stagione
che tirava dei gran calci
e dava pugni dentro l'aria, poi abbracciava
per difendersi oramai.
LA RONDINE
Muove mani di foglie
la vigna, accesa
nel taglio di soli e vendemmie.
Guardava leggero mio padre
per darmi libero al cielo,
le mani turchine
come la fronte e il sudore.
Nella stanza del buio
culla l'immoto dolore
la testa liscia tornata bambina
dentro mani ingorde al ricordo.
Nell'affilato giro di notte
si può ricordare
una rondine ancora.
ROSE E PANE
Curva alla spalliera
mia madre è un gomitolo di pace
stanca, aggrappata alla panchina.
Sorride ancora,
una falce di luna
che il cielo avvicina,
scioglie al palato rose e pane
piega a lei la fronte,
a quegli abbracci
che non sono accaduti mai.
ESTATE
Leggeri segni
di canottiere sulla pelle,
cerchi scuri di biciclette
sul selciato della piazza.
Adesso vien l'estate
sangue di ciliegie e carne di frumento,
porta il cuore tra garriti
d'imprecisi voli, nell'inguine di valli
d'erba spagna e ombre grasse
a toccar con mano l'amor dato
a quel braciere di femmina e di sole,
mentre in un rèfolo il vortice
di paglia scèma nel silenzio
assurdo della riarsa terra.
DEL NON VEDERE.
Ci siamo fermati negli occhi
per un difficile sonno
pieni del lungo viaggio,
attorno a valigie sfasciate
bisognosi di cambiare
il paesaggio delle menti,
dove un silenzio di cattivi pensieri
potesse farci ancora pensare.
Aggrappati credevamo
di sapere nuotare,
della burrasca temevamo
l'agguato dell'onda,
e una volta emersi
con la testa da sotto,
così noi siam tornati
ancora soltanto a vedere.
SERA D'AGOSTO
Sera d'agosto
tra un gabbiano che stride
e il miagolìo di un gatto.
Non si risolve il colore
dei vecchi che scendono
al fresco trascinando le sedie
ancora presi a stuzzicare le donne.
Gomiti sulla tovaglia, noi si siede
scansando parole e ci si sfiora
i nudi ginocchi. Alla fine del cielo
misteri di brume si levano in fila
sulla riga stagliata di cenere viola
dove uomini e giorni vanno a morire.
E un brivido freddo nell'adagio turchino
che consuma uno ad uno il canto
dei grilli, e non sa spiegare le stelle
lo sdrucito sentore dello scuro velluto,
la strada del sole
che verrà domattina.
VERRAI DOMANI
Verrai domani nella tregua sull'alba
e non sarà ancora tardi,
zittiti patiremo il tempo ancora
e sarà un tuffo nei papaveri,
come una terra libera.
Sarà come trascinare il corpo
sui tuoi fianchi di velluto
e nel tuo verde.
Tu ti scioglierai nella luce
del sole e dell'orgoglio,
scaverai piaghe di sangue
sui chilometri di pietra e fango
fino ad esiliarci dal tempo,
nei crateri delle memorie.
Tornerà la nebbia,
il passo sull'avido campo
e sarà tutto dentro al cuore
senza che tu lo veda.
Tu ti scioglierai
nei viali volti all'ombra della sera
tra criniere di salici
e uomini traditi,
e per te non sarà vita.
Tu sei solo giovane certezza.
