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NON HO DETTO ANCORA TUTTO SU QUEL MONDO PERDUTO

La nostra vita, la nostra cultura, il nostro essere, tutto è nato dalla terra. Ogni pulsione, ogni radice, ogni respiro viene da lì, dalla campagna. Ricordo ancora bene i cortili antichi e i buoi nel vivo solco, le donne sfaccendare nelle aie e le vene degli uomini gonfie di fatica, il sapore dei fagioli e di polenta sulle scarne tavole. Quel tempo non cè più, lo ha ucciso il progresso; un feroce consumismo l'ha spazzato via come foglie da sopra un'aia. E' arrivato trovando un pugno di uomini che aravano con i buoi e mietevano con le falci, che mangiavano quel che dava la terra e facevano festa quando fuori c'era la neve. Ha corrotto, illuso, usato, cambiato tutto e tutti da così a così, diceva qualche anziano mentre lo fotografavo, girando la mano dal dorso al palmo: - è finito tutto, ah una volta!- Per quel che ho potuto, ho avuto la fortuna e il privilegio di poterlo, in parte, fermare quel tempo, vivendo in un luogo preso quasi per ultimo dalle grinfie del cambiamento. Dove non ce l'ho fatta, lho cercato e ricreato, concretizzando gli innumerevoli ricordi fino a farli rivivere. Ho sentito così il dovere di tramandare e far conoscere i momenti e quei volti, gli oggetti delle semplici azioni, le faccende quotidiane e l'essenza della vita, la naturalezza dei gesti , la serenità nell'accettare la fatica e la miseria. Tutto ciò che, se ancora penso, torna e passa innanzi agli occhi vivo come un taglio o sfumato come un sogno: uomini animali e terra, uniti e intrisi in un solo impasto. Ora tutto ciò pare un'assurda bestemmia, ma anche a un'anta divelta, a me increspa brividi lungo la schiena. Lascio tutto questo,come scrigno di un tesoro prezioso, base ed esempio che non avrà fine, per far ricordare e aiuti la gente a non dimenticare il passato. -Pensa a qualcosa di bello- diceva mia madre quando non riuscivo a dormire -a quando giochi nell'aia coi torsi delle pannocchie- . Ancora oggi ci penso, per riuscire a prendere sonno, e a tutto quant'altro non ho ancora detto e che, con pudore vi mostro. Tutto quel che per me, resta il passo lieve della vita.

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